“Sarà una mezza stagione, forse qualcosa meno”. Questa è la frase con cui ti rispondono gli olivicoltori della Provincia di Viterbo per dire che ci sarà un 50% in meno rispetto ad una stagione media.
Infatti l’eccesso di pioggia dei mesi di maggio e giugno, durante la fioritura e l’allegagione, ha compromesso la produzione degli oliveti viterbesi e di molta parte della Regione Lazio e del Centro Italia.
“L’impollinazione dell’olivo è una impollinazione anemofila”, ci spiega il tecnico della OP Latium, che ha sede a Palombara Sabina ma che conosce bene la Tuscia, in quanto opera anche a Vetralla, a Tuscania, e che a Blera collabora strettamente con la Società Cooperativa l’Olio di Blera . “Per cui il polline dei fiori di una pianta viene trasportato dal vento per fecondare i fiori delle piante vicine. Ma se c’è molta umidità nell’aria, come quest’anno, il polline si appesantisce e cade a terra, lasciando i fiori non fecondati.”
Tuttavia non c’è da abbassare la guardia, perchè le insidie per il settore dell’extravergine sono sempre dietro l’angolo.
Sino ad ora l’estate siccitosa e calda che si protrae da luglio fa sperare almeno in un prodotto di qualità. Ma se inizieranno le piogge e le temperature si abbasseranno, la mosca dell’olivo potrebbe compromettere anche “la mezza stagione” che ci si attende.
Insomma il consiglio è di monitorare gli oliveti a partire dalla prima settimana di settembre, rivolgendosi ai tecnici della OP Latium di Vetralla, di Tuscania e al tecnico della Cooperativa l’Olio di i Blera che, grazie alla loro rete di controllo su diversi oliveti della Tuscia, effettueranno una valutazione costante della eventuale presenza della mosca, dando preziose indicazioni ai produttori del viterbese.